RATTO NORVEGICO ( DI FOGNA)

RATTO ( DI FOGNA ) NORVEGICUS

A dispetto del nome scientifico, il ratto norvegese proviene dall'Asia, molto probabilmente dalla Cina settentrionale, dalla Mongolia e dalla Siberia sudorientale. Diffusosi anche attraverso i commerci umani, oggi il ratto norvegese è presente ovunque sia presente l'uomo, con poche eccezioni dall'Antartide, l'Alberta e alcune riserve speciali in Nuova Zelanda). Sulla base della diffusione, il Ratto Norvegicus viene considerato una delle specie animali di maggior successo.
Se ne conoscono cinque sottospecie, la validità delle quali è stata tuttavia spesso messa in discussione: Rattus norvegicus albinicus, Rattus norvegicus caraco, Rattus norvegicus domesticus, Rattus norvegicus norvegicus e Rattus norvegicus socer. Il nome norvegicus viene fatto risalire al 1769, quando nel libro "Profili della storia naturale della Gran Bretagna" il naturalista John Berkenhout racconta dell'arrivo dei ratti in Inghilterra attraverso navi di provenienza per l'appunto norvegese
In Italia, la sottospecie nominale è diffusa in tutto il territorio peninsulare.
In natura, la specie è associata a fiumi, stagni ed in genere a sorgenti permanenti d'acqua anche salmastra, dal livello del mare alla media collina: si tratta tuttavia di una specie spiccatamente antropofila, che predilige ambienti ad antropizzazione forte e permanente, colonizzando le fognature (da cui il nome di "ratto delle chiaviche", in contrapposizione al ratto dei tetti che predilige aree asciutte), le discariche ed in generale le zone dove vi è una forte dispersione di cibo e una scarsa igiene.

DIMENSIONI
Può misurare fino 18/25 cm, con una coda leggermente più corta del corpo di circa 18/20 cm, per un peso medio di 350 g: alcuni esemplari di eccezionale grandezza raggiungono il chilogrammo di peso, mentre sembrerebbero frutto di invenzioni, o di confusione con altre specie di roditore (come la nutria od il topo muschiato), gli avvistamenti di esemplari ancora più grossi. I maschi sono solitamente più grossi e robusti rispetto alle femmine.

IL SUO ASPETTO
Il pelo è corto ed ispido ed ha un colore che va dal grigiastro al bruno, con brizzolature nere o bianche sul dorso: verso il ventre, il colore tende a divenire man mano più chiaro, fino a sfumare addirittura nel bianco sul basso ventre.
Particolare della bocca di un ratto delle chiaviche: sono messi in evidenza gli aguzzi incisivi.
Il corpo è di forma piriforme, con quarto posteriore arrotondato e testa di forma squadrata, che costituisce la principale differenza dal ratto nero, il quale possiede invece un muso più pronunciato ed altre caratteristiche differenti a livello osseo, come la presenza di archi temporali dritti anziché curvi come nel ratto grigio e due creste ossee sulla parte superiore del cranio, assenti invece nel ratto nero. Le zampe sono glabre e di colore grigio-rosato, con le posteriori più lunghe e forti rispetto a quelle anteriori: queste ultime vengono utilizzate per afferrare il cibo e portarlo alla bocca, nella quale trovano sede gli aguzzi incisivi ricoperti da smalto di colore giallastro. Le orecchie hanno forma triangolare e sono più piccole rispetto a quelle dei congeneri, tanto che ripiegandole in avanti esse non arrivano a coprire gli occhi dell'animale,[10] che sono a capocchia di spillo e di colore nero: esse sono ricoperte da una fine peluria e di colore rosato. La coda, anch'essa glabra ma ricoperta di scaglie, è piuttosto larga alla radice ma tende ad assottigliarsi man mano che si procede verso la parte distale: essa presenta colore grigiastro.

COMPORTAMENTO
Si tratta di animali attivi principalmente durante la notte, mentre durante il giorno essi dormono in nidi posti in un anfratto ampliato scavando con le zampe anteriori ed i denti e reso più confortevole con un'imbottitura di erbe, carta, plastica ed altro materiale. I nidi sono molto complessi e comprendono numerose camere, alcune elette a magazzini per il cibo, altre a luoghi di riposo ed altre ancora a latrine: i ratti spesso fanno lavori di ammodernamento della tana, scavando nuove gallerie ed ampliando le camere preesistenti. Quando escono dalle proprie tane per procacciarsi il cibo, spesso i ratti vengono a trovarsi al di fuori del proprio territorio (che sembrerebbe avere un diametro di una cinquantina di metri): in queste occasioni essi fanno affidamento alla loro memoria, che pare essere assai sviluppata (tanto da essere negli ultimi anni sempre più frutto di studi di psicologia, che hanno dimostrato inoltre che i ratti sono meta-cognitivi, ossia possiedono la percezione del "sé", caratteristica prima d'ora riscontrata solo in alcuni primati e nei delfini), muovendosi lungo piste memorizzate che portano a sorgenti di cibo. Nonostante il ratto grigio si affidi principalmente alla vista ed all'udito per muoversi nel suo ambiente, esso è in grado di trovare la strada anche al buio grazie alle vibrisse, che permettono all'animale di percepire eventuali ostacoli sul proprio cammino anche in assenza di luce.
I ratti vivono perlopiù in gruppi formati da una coppia progenitrice, ossia la prima che si è stabilita in un determinato territorio, e dalla sua numerosa discendenza: nell'ambito di un gruppo, si ha una predominanza dei maschi rispetto alle femmine, ed a loro volta i maschi sono subordinati l'uno all'altro in ordine di stazza[14]. I vari membri del gruppo comunicano fra loro principalmente tramite tutta una serie di squittii, che variano a seconda del sesso, dell'età e dello status dell'animale nell'ambito del gruppo, ma si ritiene che anche la postura del corpo ed in particolare dei segnali di natura chimica aiutino gli animali a comunicare fra loro: il ratto grigio, infatti, ha un olfatto prodigioso. I ratti, inoltre, sono in grado di percepire gli ultrasuoni e, pur avendo una vista piuttosto debole, sono in grado di percepire alcune frequenze dell'ultravioletto

LA RIPRODUZIONE
In condizioni favorevoli, i ratti grigi possono riprodursi durante tutto l'arco dell'anno, arrivando in media a dare sette nidiate l'anno per ciascuna femmina: alle alte latitudini o nelle aree montane, durante i mesi più freddi il ritmo riproduttivo viene rallentato, anche se mai fermato del tutto. La femmina ha un estro che dura circa sei ore e durante il quale essa si accoppia promiscuamente coi maschi, arrivando a venire montata fino a cinquecento volte.
La gestazione dura fino a 24 giorni, al termine dei quali vengono dati alla luce da tre a quindici cuccioli del peso di 6 g ciascuno, ciechi, sordi e nudi: essi sono tuttavia in grado di emettere ultrasuoni per sollecitare la madre a stare attenta nel muoversi o a dar loro la poppata. Spesso numerose femmine partoriscono in un'unica camera, per poi allattare indistintamente tutti i piccoli che chiederanno la poppata, a prescindere se siano o meno figli loro: in ogni caso, pare che il tempo e le energie che ciascuna femmina spende per la cucciolata siano inversamente proporzionali alla consistenza numerica della cucciolata stessa. Circa 18 ore dopo la nascita della nidiata, la femmina è di nuovo ricettiva e può venire nuovamente ingravidata. I cuccioli aprono gli occhi attorno alle due settimane di vita, mentre attorno al mese essi vengono svezzati ed una settimana dopo lo svezzamento possono dirsi del tutto indipendenti dalla madre: i maschi divengono sessualmente maturi attorno ai tre mesi di vita, mentre le femmine attorno ai quattro. Raramente, tuttavia, i maschi riescono ad accoppiarsi subito, in quanto ancora di piccole dimensioni e quindi surclassati dai vecchi maschi di maggiori dimensioni nella competizione per l'accoppiamento.
La vita media del Ratto Norvegicus in natura è di due anni, mentre in cattività esso raggiunge fino ai quattro anni di vita.

CURIOSITA'
I ratti possono essere resistenti ai rodenticidi?

Vero. Non è mai facile dimostrare che una specie è resistente ad un veleno, ma in alcuni casi ciò è stato effettivamente dimostrato. In particolare, i ratti possono essere meno suscettibili ai rodenticidi anticoagulanti meno potenti, detti anche della prima generazione. L’incidenza di questo fenomeno in Italia non è tuttavia ancora ben conosciuta.

Esistono i ratti assaggiatori?

Falso. I gruppi sociali dei ratti sono costituiti da un maschio dominante, alcune femmine con i loro piccoli, e numerosi maschi dominati. Questi ultimi sono prontamente scacciati dai dominanti e non hanno sempre la possibilità di accedere alle fonti di cibo abituali. Sono perciò costretti a nutrirsi di ciò che avanza quando i dominanti abbandonano il campo. Quando si presenta una nuova fonte di cibo, gli individui dominanti, non fidandosi all’inizio la eviteranno, mentre gli individui dominati, spinti dalla fame, saranno costretti a cibarsene. E’ pertanto la fame, e non un ben definito ruolo sociale, a fare sì che essi assaggino prima degli altri le nuove fonti di cibo.

I ratti possono fuoriuscire dagli scarichi del bagno?

Vero. In qualche occasione i ratti, risalendo il sistema fognario, possono giungere fino agli scarichi del bagno, in particolare nelle situazioni in cui il bagno venga usato poco per lunghi periodi.

I numeri del ratto
Quanto si muove un ratto?

Le capacità di spostamento dei ratti sono assai variabili in funzione dell’ambiente considerato. In linea di massima, i movimenti giornalieri non superano i 100 m dalla tana. I maschi tendono a compiere spostamenti maggiori rispetto alle femmine.

.........ABBIAMO FATTO UNA SIMULAZIONE ,CONSIDERANDO IL 50% DI MORTALITÀ E IL 50% DI FEMMINE .......
UNA COPPIA RIESCE A GENERARE QUASI 11.000 INDIVIDUI.......IN UN SOLO ANNO


VEDI LA TABELLA COMPARATIVA ...........Nidiata...............le feci

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